TUMORI BENIGNI PRIMITIVI DEL FEGATO - Giuseppe Arenga
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TUMORI BENIGNI PRIMITIVI DEL FEGATO

ADENOMA

 

Neoplasia benigna che viene diagnosticata più frequentemente nel sesso femminile, nella 3°- 4° decade, in correlazione all’assunzione di contraccettivi orali. Nei casi di adenoma epatico riscontrato nel sesso maschile, è presente spesso una associazione con l’uso di steroidi anabolizzanti. La lesione è generalmente singola, ma si riscontrano casi anche di localizzazioni multiple, la dimensione è variabile (da 3-4 cm fino ad oltre 20 cm), spesso localizzata nel lobo destro ed in sede sottocapsulare. In alcuni casi, tra il 5 e il 10%, può degenerare in neoplasia maligna. E’ sintomatico nel 40-50% dei casi, per lo più in relazione ad emorragie intraparenchimali o sottocapsulari (soprattutto per lesioni superiori a 5 cm di diametro); frequente è la sensazione di massa addominale o di dolore cronico. Trattandosi di una lesione che può degenerare in neoplasia maligna, è indicata la sospensione di qualsiasi terapia estroprogestinica e follow-up ecografico semestrale; se la lesione è di grosse dimensioni, superficiale, resecabile, o non si assiste ad un sua riduzione, nonostante la sospensione della terapia estroprogestinica, è indicato l’intervento chirurgico resettivo (per via laparotomica, laparoscopica o robotica).
Si parla di adenomiomatosi epatica quando le lesioni sono superiori a 10, anche in questo caso, in relazione alle dimensioni degli adenomi c’è il rischio di trasformazione maligna e/o rottura spontanea, nei casi di adenomatosi diffusa a quasi tutto il parenchima epatico si deve prendere in considerazione l’ipotesi trapiantologica

IPERPLASIA NODULARE FOCALE

 

E’ una rara neoplasia primitiva benigna, più frequente nel sesso femminile, in età compresa tra i 20 e i 50 anni. La teoria eziologica più accreditata è quella che alla base vi sia un’anomalia di sviluppo vascolare. Nell’80-85% dei casi, l’iperplasia nodulare focale si presenta come un nodulo solitario, di dimensioni inferiori a 5 cm, localizzato in prossimità della superficie epatica. Nel restante 15-20% dei casi si presenta multinodulare. Nella maggior parte dei casi, la lesione viene evidenziata casualmente nel corso di un esame ecografico di screening o effettuato per altra patologia; in rari casi, in funzione delle dimensioni e della posizione della lesione, possono comparire sintomi aspecifici quali dolore gravativo e disturbi dispeptici; ancora più raramente, in rapporto a fenomeni necrotico-emorragici intralesionali può comparire dolore acuto all’ipocondrio-fianco destro. Normalmente, l’iperplasia nodulare focale non necessita di alcuna terapia perchè i pazienti rimangono spesso asintomatici e complicanze quali rottura, sanguinamento e necrosi all’interno della lesione sono molto rare. Inoltre non sono riportati casi di degenerazione maligna. In assenza di sintomi di rilievo è consigliabile un follow-up ecografico e TC, dapprima a 6 e 12 mesi dopo il primo rilievo, e successivamente annuale. Nel caso di accertato e documentato accrescimento volumetrico della lesione, o in presenza di sintomatologia sicuramente correlata ad essa, può essere indicata la terapia chirurgica resettiva (per via laparotomica, laparoscopica o robotica)

ANGIOMA

 

L’angioma epatico è il più comune tumore benigno del fegato. Non degenera mai in un tumore maligno e in genere non necessita di trattamenti specifici. In linea generale l’angioma epatico è asintomatico, sintomi aspecifici sono: pesantezza addominale, difficoltà digestive, senso di tensione o dolore. Esami strumentali necessari alla diagnosi sono: ecografia (esame di I livello), tac o risonanza magnetica (per approfondimento diagnostico)La terapia in genere non è necessaria: l’angioma va controllato nel tempo per valutare segni di modificazione con eventuale (benché raro) pericolo di rottura. L’intervento chirurgico è indicato se si ha un aumento di volume significativo o si presentano sintomi che determinano un peggioramento della qualità della vita. L’intervento consiste nell’asportazione dell’angioma con o senza parte di tessuto epatico circostante, l’intervento può essere eseguito per via laparotomica, laparoscopica o robotica. Solo nell’eventualità (davvero rarissima) che un angioma sia tanto esteso da determinare una insufficienza epatica grave, si prende in considerazione il trapianto.

EMANGIOMA EPATICO o EMANGIOMA CAVERNOSO

 

L’emangioma epatico o emangioma cavernoso è una massa benigna che cresce nel fegato. Un emangioma epatico è costituito da un groviglio di vasi sanguigni. Forse congenito, è più frequente nel sesso femminile e tra la terza e quinta decade di vita.Nella maggior parte dei casi, l’emangioma epatico non causa alcun segno o sintomo. Sintomi aspecifici dovuti alle dimensioni o alla localizzazione dell’emangioma possono essere: dolore addominale in ipocondrio destro, senso di sazietà dopo aver mangiato solo una piccola quantità di cibo, inappetenza, nausea e vomito.La maggior parte dei casi di emangioma epatico sono scoperti nel corso di un test per qualche altra condizione. Se l’emangioma epatico è piccolo e non provoca alcun segno o sintomo, non sarà necessario il trattamento, tra l’altro non ci sono prove che un emangioma epatico non trattato possa portare al cancro del fegato. Si pensa che l’ormone femminile estrogeno, che aumenta durante la gravidanza, possa causare la crescita di alcuni emangiomi epatici. Per tale motivo durante la gravidanza è necessario controllare periodicamente l’eventuale evoluzione dell’emangioma. Un emangioma in crescita può causare sintomi e richiedere un trattamento. Il trattamento dipende dalla posizione e dalle dimensioni dell’emangioma. E’ possibile la rimozione dell’emangioma chirurgicamente con o senza una parte di fegato. In situazioni molto rare, emangioma molto grande o emangiomi multipli che non possono essere trattati con altri mezzi, può essere preso in considerazione il trapianto di fegato.